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Immagazzinamento dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili
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- Creato Lunedì, 01 Aprile 2013 23:26
Siamo oramai prossimi alla diffusione nelle abitazioni e negli uffici, al di fuori delle politiche di incentivazione, di modelli energetici nei quali in cui sole e vento avranno una grande importanza. Uno dei problemi che dovrà essere affrontato è quello dell'accumulo di energia elettrica, ovvero di immagazzinare l'energia in eccesso prodotta durante il giorno oppure nei periodi più ventosi in modo da potrela riutilizzare la notte o nelle condizioni di ventosità sfavorevoli anche in aree limitrofe a quelle di produzione e non necessariamente nello stesso sito di produzione.
Già ora, livello di piccoli impianti domestici dove la produzione e l'utilizzo coincidono, la tecnologia è abbastanza matura. Di fatto i sistemi di accumulo a batterie, i cui prezzi stanno rapidamente scendendo (-14% nel 2012) in parallelo alla produzione crescente di accumulatori per auto elettriche, il discorso cambia quando si parla di accumuli per la rete, che richiedono impianti capaci di stoccare non pochi kWh di elettricità, ma MWh o più, in modo tanto economico da non mandare fuori mercato l’energia accumulata.
Allo stato attuale tre sono le grandi categorie nelle quali si possono collocare le tecniche disponibili di accumulo: sistemi fisici, elettrochimici e chimici.
I Sistemi fisici non sono un veri e propri accumuli di energia elettrica bensì di capacità di produrre energia elettrica attraverso l'energia potenziale gravitazionale ovvero masse di acqua oppure aria. In altre parole l'energia in eccesso viene utilizzata per pompare acqua in bacini idroelettrici oppure comprimendo aria in strutture geologiche sotterranee. Entrambe le energie potrebbero restituire energia elettrica nei momenti di "magra" del solare e del fotovoltaico utilzzandole come "combustibile" per muovere le turbine elettriche. Allo stato attuale sono sistemi economici, ma realizzabili solo in alcune zone.
I sistemi elettrochimici, le comuni batterie. Hanno un’alta efficienza, ma sono piuttosto salate economicamente e hanno una vita spesso piuttosto breve.
I sistemi chimici accumulano l’elettricità attraverso la produzione di composti chimici reattivi. Hanno una bassa efficienza con il vantaggio di poter accumulare l’energia in qualsiasi quantità, e senza limiti temporali.
Per concludere è chiaro che ognuno di questi sistemi gode di fattori positivi e negativi: solo uno studio energetico a scala territoriale ampia potrebbe soppesarne una eventuale mix di applicazioni. Per avere ulteriori informazioni sulla disamina tra tecnologie si immagazzinamento di enrgai elettrica in rete è possibile vistare il seguente link della Stanford University.



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